I miei voti dicono quanto valgo davvero? Stima e giudizi di sé

Per la maggior parte dei Millennials l’università è un ricordo, ma non ancora per tutt3, e la Gen Z o l’ha terminata da poco o è nel pieno del percorso.

Ma tutti quanti ci siamo trovat3 chi prima, chi dopo, a doverci confrontare con la pressione schiacciante del dover eccellere.

Non si parla di studiare per imparare, che è più che legittimo volerlo fare al meglio, ma del sentire come una ghigliottina che incombe il voto dell’esame, il tempo entro cui ci si laurea, non “diventare fuori corso”, tener conto della “media ponderata”, scrivere una tesi che manco la pubblicazione su “Nature”.

Spesso i docenti sono estremamente giudicanti rispetto alla persona e non alla preparazione, alcuni esami sono tra 3 student3 notoriamente insuperabili, richiedono tanti tentativi e spesso passano solo poche persone e con voti bassi.

Ci si approccia a questi esami con sfiducia e angoscia, vissuti di inadeguatezza e alle volte una competizione accecante, quasi favorita dall’università, se consideriamo queste premesse.

L’inadeguatezza, i dubbi sulle proprie capacità, le difficoltà a competere con altr3 si può agganciare a dei nostri vissuti per cui renderci ancora più insicur3 e puntellare queste nostre fragilità al massimo. Oppure può attivarci e renderci estremamente performanti, soprattutto se siamo sempre stat3 spint3 a dover fare meglio, a raggiungere risultati perfetti, per guadagnarci amore, visibilità, apprezzamento, per sentirci di “essere brav3” e, quindi, amabili.

Questa competizione pressante, l’essere identificabile con un voto numerico, sentire la delusione e il disappunto dei genitori, immaginare la difficoltà che il ritardo nella laurea può comportare nel mondo lavorativo (spoiler, spesso non è così, come spesso non gliene frega a nessuno del nostro voto di laurea) ci possono paralizzare.

Il periodo universitario può essere meraviglioso per alcune persone, ma un inferno di umiliazione, vergogna, inadeguatezza e sofferenza per altre. Ricordiamoci che i voti non dicono nulla della nostra persona, sono una valutazione di conoscenze (e delle volte non rappresentano bene nemmeno quello).


Chi si blocca nel percorso universitario teme di essere giudicato pigro, incapace e insignificante, non sminuiamo mai questa sofferenza che può essere devastante.
Se diventa così invalidante, prendetevene cura in terapia, anche per indagare a quali parti di voi si sono agganciati questi temi.


Dottoressa Alessia Di Tota - Psicologa Psicoterapeuta

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